Bigoli col Torcio
El Bigolaro o tòrcio trova il suo maggior utilizzo agli inizi del 1900 circa.
La sua diffusione è nota soprattutto nel nord-est della nostra penisola e veniva usato per la maggior parte dalle famiglie meno abbienti per preparare della pasta poverissima perché senza uova, ma nello stesso tempo energetica e nutriente. Un tempo infatti le uova erano moneta per lo scambio delle merci: le uova non mancavano poiché tutte le famiglie avevano il loro piccolo pollaio, ma prima di tutto servivano come moneta.
La ricetta dei bìgoli prevedeva: farina, un pizzico di sale, acqua in quantità sufficiente da ottenere un impasto sodo ma elastico.
Le massaie preparavano questa pasta una volta la settimana, in quantità considerevole, dal momento che a quei tempi le famiglie erano spesso molto numerose.
Il Bigolaro era un arnese per confezionare spaghetti, bucatini e bìgoli (grossi spaghetti), a seconda del filtro applicato alla parte inferiore, e che veniva fissato a un cavalletto di legno.
Preparata la pasta, la si introduceva nel tòrcio e, girando i manici fatti a forma di manubrio, si comprimeva l’impasto facendo fuoriuscire da sotto i bìgoli. A una lunghezza di 20-30 cm, i bìgoli venivano tagliati e messi ad essiccare a cavallo di bastoni sospesi fra due sedie, detti pèrteghe o perteghéte a seconda della lunghezza.
I bigoli sono una pasta fresca preparata, recentemente, anche con uova e conditi con vari sughi.
I Bìgoli co l’arna (bigoli con l’anatra) sono un tipico piatto della provincia di Vicenza. La ricetta tradizionale prevedeva che i bìgoli fossero cotti nel grasso brodo in cui era stata fatta lessare un’anatra novella e che quindi si condissero con un sugo prodotto con burro aromatizzato e frattaglie della medesima anatra.
Arna lesa e bìgolo tondo, a la sera contenta el mondo